È possibile conciliare l’architettura con la musica e l’ambiente? Ebbene sì, e i risultati vi lasceranno a bocca aperta.
Il primo edificio che vi presento è il Fullen Wall. Ci troviamo a Dresda in Germania, dove i turisti aspettano impazienti la pioggia. Se vi stato chiedendo il perché, la risposta è semplice: è stato realizzato un palazzo con una struttura molto particolare, fatta di tubi, grondaie e imbuti, che fa si che quando piove, l’acqua produca un suono molto caratteristico.
Per il secondo palazzo, dobbiamo spostarci in India, più precisamente a Jaipur. Troveremo qui l’Hawa Mahal, o palazzo dei venti. Il palazzo ha ben 950 finestre, che permettevano alle donne indiane di affacciarsi di tanto in tanto o assistere a cerimonio religiose senza farvi vedere, come richiesto dalla loro cultura. Queste finestre allo stesso tempo però, con il passare appunto del vento danno vita a una melodia molto affascinante.
Infine arriviamo a Zara, in Croazia, dove l’architetto croato Nikola Bašić nel 2005 ha ridato splendore al tratto costiero che durante la Seconda Guerra Mondiale aveva subito gravi danni. L’ha fatto costruendo il primo organo marino al mondo, che trasforma l’energia delle onde che si infrangono sulla costa in musica. I gradini di pietra infatti nascondono 35 canne d’organo, di forma, lunghezza e inclinatura diversa. Il suono prodotto dipende da com’è il mare: se è calmo, il suono prodotto sarà molto rilassante, se invece il mare è mosso, allora il suono si farà più incalzante.
Artisti e ambiente: chi fa la differenza
Da qualche anno tra gli argomenti che stanno più a cuore e accomunano le diverse generazioni c’è sicuramente la lotta per l’ambiente. La risonanza di questa battaglia è aumentata indubbiamente a partire dal 2019, quando Greta Thunberg ha dato il via a un movimento che ha avuto una risonanza mondiale. Tra i cantanti troviamo nomi che non si sono mai tirati indietro e hanno deciso di portare avanti questa battaglia.
Il Manifesto della musica sostenibile
Chiunque sia stato ad un concerto sa cosa si trova sul prato dopo che l’evento è finito, quanta elettricità serva per renderlo possibile o ancora quanto inquinamento venga prodotto dai partecipanti che si spostano per raggiungere il luogo. Pensando a tutte queste problematiche, è stato creato dall’associazione dei Produttori musicali indipendenti (Pmi), insieme a Impala e Rockol, il Manifesto della Musica Sostenibile.